ANNO: 2019
LUOGO: Bologna
PRODOTTO DA: Si Produzioni
Il mestiere del vescovo nell’interpretazione che dà alla sua missione l’Arcivescovo della Diocesi di Bologna, Monsignor Matteo Maria Zuppi. Il film non è una celebrazione biografica, ma il fedele ed emblematico racconto cronachistico di una sua giornata di “lavoro” nei momenti privati e pubblici, dall’alba alla notte.
Zuppi, da tre anni, è un protagonista assoluto e una figura chiave della vita cittadina, una sorta di sindaco porporato, profondamente convinto che mettersi in gioco in ogni partita, parlare con tutti e agire per tutti – senza distinzioni di ceto, razza, confessione, ideologia, orientamento sessuale – sia l’unica via percorribile: lo vedi accanto ai sindacalisti e agli operai delle fabbriche in crisi così come alla mostra del fotoreporter Steve McCurry, lo vedi nelle cucine popolari che sfamano i senzatetto così come alla festa dei vigili del fuoco, lo vedi nell’aula magna dell’Università a dialogare con scienziati e ministri così come al fianco dei famigliari delle vittime delle Stragi nelle loro battaglie, lo vedi nelle assemblee studentesche come in testa alla Marcia della Pace con i rappresentanti delle altre religioni.
Nell’attuale contesto sociale nazionale e internazionale, l’esempio di Zuppi assume dunque un valore attuale fortemente politico, nel suo sorridente e conciliante quanto manifesto dissenso con le politiche di governo in tema di immigrazione, Europa e welfare.
Dalla sveglia nella sua abitazione privata nella Casa del Clero, con la colazione insieme agli altri sacerdoti ospiti di via Barberia e il trasferimento in bicicletta nella Cattedrale di San Pietro per celebrare la Messa delle 7,30, prima di affrontare tutti gli impegni previsti dalla sua fittissima agenda quotidiana: gli incontri istituzionali e non, le telefonate, la corrispondenza, i colloqui, i momenti di riflessione, preghiera, studio e magari anche relax, gli strumenti di lavoro e il dietro le quinte.
La giornata di Zuppi è vissuta in prima linea, “volando” freneticamente da un punto all’altro della sua Diocesi anche in moto, tra gli ultimi come tra i potenti: dalle piccole parrocchie di periferia o provincia ai workshop di Confindustria, dall’impegno per l’accoglienza ai migranti agli appuntamenti culturali e mondani, dai dibattiti accademici al volontariato, dall’assistenza agli anziani e ai malati ai convegni.